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Il Parco Adda e il Genio di Leonardo

L'alzaia che costeggia il fiume Adda all'interno del territorio del Parco Adda Nord, che si estende da Lecco a Truccazzano, è tutta percorribile a piedi o in bicicletta.

Passeggiando o pedalando lungo il fiume, si può assaporare la tranquillità della natura, scoprire la flora del Parco, composta prevalentemente da salici arbustivi e bianchi, ontani neri, castagni, roveri, carpini o imbattersi in animali caratteristici dell'ambiente fluviale, come la folaga, il cigno, la gallinella d'acqua o il martin pascatore.

Le gite all'interno del Parco Adda Nord non sono però solo di carattere naturalistico: nei comuni del consorzio sono presenti monumenti di pregio e anche lungo il fiume è possibile osservarne alcuni, come le centrali idroelettriche, i ponti (quello ferreo di Paderno è senza dubbio una delle opere ingegneristiche più ardite dell'epoca, paragonabile alla Tour Eiffel), i canali del naviglio, opere di ingegneria idraulica progettate da Leonardo da Vinci. Durante i suoi soggiorni lungo le rive del fiume, Leonardo condusse studi ed esperimenti per il suo trattato "Delle Acque" e ritrasse i paesaggi del medio corso dell'Adda (il famoso scorcio dei Tre corni lo dipinse nello sfondo della Vergine delle Rocce e, forse, della Monna Lisa). Concepì e progettò migliorie e aggiornamenti tecnologici per le chiuse idrauliche (che furono da allora dette "Conche Vinciane").

Di notevole interesse urbanistico e sociale il villaggio operaio di Crespi d'Adda, esempio unico al mondo di company town, come testimoniato dall'UNESCO che nel 1995 lo ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità. Il villaggio Crespi d'Adda è una vera e propria cittadina completa costruita a fine Ottocento dal nulla dal padrone della fabbrica tessile per i suoi dipendenti e le loro famiglie. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari. In questo piccolo mondo perfetto il padrone governava dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e dalla culla alla tomba, anticipando le tutele dello Stato stesso. Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nel'opificio, e la vita di tutti i singoli e della comunità intera si svolgeva con i ritmi e le esigenze della fabbrica stessa.
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